La nascita di Facebook: Miliardari per caso e The Social Network

The Social NetworkFacebook è diventato ormai uno dei sistemi più diffusi per mantenersi in contatto con amici e parenti. La semplicità d’uso, una grafica chiara, la possibilità di inserire commenti e fotografie e di creare gruppi dedicati a qualsiasi argomento hanno decretato il successo di questo sito. Il suo fondatore, Mark Zuckerberg, classe 1984, è attualmente il più giovane miliardario del mondo. Se lo immaginate come un giovane imprenditore che si gode il denaro e si diverte alle feste, però, siete fuori strada.

Il film The Social Network, diretto da David Fincher e uscito in Italia il 12 novembre 2010, racconta la nascita di Facebook basandosi sul saggio romanzato Miliardari per caso (edito da Sperling e Kupfer), scritto da Ben Mezrich nel 2009. La cornice della storia, che inizia nell’autunno del 2003, è l’università di Harvard, uno dei più prestigiosi campus americani. Qui si muovono dei ragazzi di successo, come i gemelli Cameron e Tyler Winklevoss, ottimi studenti, atleti provetti e discendenti di una famiglia ricca. Il loro destino si incrocia con quello di Eduardo Saverin, un timido studente di Economia di origine brasiliana, e soprattutto con quello di Mark Zuckerberg, un giovane brillante ma sostanzialmente incapace di rapportarsi con le persone – soprattutto con le ragazze. Dopo una delusione amorosa, forse l’ultima di una lunga serie, Zuckerberg decide di vendicarsi e per farlo sceglie lo strumento che gli è più congeniale: il computer.

Decide di creare un sito, chiamato Facemash, che permette di confrontare l’aspetto fisico delle studentesse universitarie. In poche ore, il sito ottiene un altissimo numero di accessi, però il giovane viene accusato di maschilismo e di furto (per realizzare Facemash aveva rubato le fotografie dagli annuari online). Ma non tutto il male vien per nuocere: adesso Zuckerberg è famoso e viene contattato dai fratelli Winklevoss, che hanno bisogno di un programmatore per creare un sito. La loro idea è semplice ma interessante: i ragazzi e le ragazze di Harvard vogliono fare amicizia, ma hanno bisogno di uno strumento facile da usare e che eviti le perdite di tempo.

Cosa c’è di meglio di un sito web a cui possono accedere solo gli studenti dell’università e tramite il quale possono informarsi sui rispettivi hobby ed interessi? Zuckerberg accetta la proposta dei Winklevoss senza esitare, ma il risultato sarà molto diverso da quello che i gemelli – e forse Mark stesso – si aspettano.
The Social Network ricalca la trama di Miliardari per caso in modo abbastanza fedele; la differenza più evidente è che nel libro gli eventi sono raccontati dal 2003 in avanti, mentre nel film c’è un continuo avanti e indietro fra passato e presente grazie ad un uso sapiente del flashback. Nei primi momenti, questa tecnica può spiazzare lo spettatore, ma poi si rivela utile per mantenere alta la curiosità.

Gli attori sono quasi tutti molto giovani: Jesse Eisenberg dà il volto a Mark Zuckerberg e ha pochi mesi in più di lui. Nonostante la giovane età, gli interpreti sono molto bravi: Eisenberg rende perfettamente l’impenetrabilità e l’incapacità nei rapporti interpersonali che sono caratteristiche di Zuckerberg. E’ estremamente azzeccata anche la scelta del cantante Justin Timberlake per la parte di Sean Parker, il controverso ideatore di Napster, il primo sito per la condivisione di file musicali. Parker, amante delle feste e forse un po’ amorale, mina l’amicizia fra Zuckerberg e Eduardo Saverin, e il deterioramento dei rapporti fra i due farà sì che Saverin intenti una causa contro l’amico di un tempo.
The Social Network è anche un film sull’amicizia: su come mantenere i contatti con le persone che ci sono care, ma anche su come le relazioni possono diventare difficili. Zuckerberg è un eroe solitario, che ha fatto di tutto per proteggere la propria creatura e ne paga le conseguenze. Su internet circola una battuta: ‘Mark Zuckerberg è l’unico che con Facebook si è fatto dei nemici’. Sembra un paradosso, ma c’è un fondo di verità.

Articolo di Ilaria Bernardini.

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