atlante di smeraldo

L’Atlante di Smeraldo: letto e recensito

Recensione atlante di Smeraldo
L'atlante di Smeraldo

Come promesso Qui… Ecco la mia recensione de “L’Atlante di Smeraldo” 456 pagine vissute! Si, perché non mi sono ritrovata a leggere un libro ma a vivere una storia fantastica, coinvolgente, emozionante! A volte paurosa altre inquietante altre rassicurante: tutte sensazioni provate… ho visto luoghi magici, creature malefiche, bellezze effimere, ho udito urla e pianti, ho toccato fango e rocce, ho gustato pancakes e succo di mele, ho annusato profumo di muschio e vapori di corpi… Sapete come mi vedo ora? Come Bastian che in soffitta legge “La Storia Infinita” e viene rapito dalla storia.

Ma in fondo, un libro non è proprio questo? E’ la possibilità di vivere in un altro mondo, di provare sensazioni che le parole non fanno altro che suggerirci ma poi ognuno le elabora e le fa proprie… forse per questo spesso la trasposizione cinematografica non soddisfa i lettori… a me è sempre successo così tranne che per “Dracula di Bram Stocker” ciò non toglie che non mi perderei per nulla al mondo un eventuale film tratto da “L’Atlante di Smeraldo”!

Al momento mi spiace solo di dover aspettare chissà quanto per il secondo e il terzo libro della saga… vi avevo anticipato che si parlava già di una trilogia… ecco, è il libro stesso a confermarlo perché l’Atlante è solo uno dei Libri dell’Inizio… Il libro si lascia leggere bene, è scorrevole senza cadere nella banalità, è una fiaba che non so se definire moderna o d’altri tempi… non posso chiudere questa storia in una definizione, come tutto ciò che suscita emozioni non può essere costretto, rinchiuso, spiegato in una parola.

Provate a vivere questa storia fra il bene e il male la cui linea di demarcazione non è mai netta, fra decisioni difficili e sentimenti profondi, fra nani, stregoni, morum-cadi, salmac-tar in boschi, grotte e città sotterranee… sento la musica di un violino farsi sempre più forte e vicina… se volete sentirla anche voi dovrete arrivare quasi alla fine! Buona avventura… un piccolo consiglio fuori dalle righe… se non conoscete il significato di “forra” cercatelo prima di iniziare a leggere il libro perché ci sarete dentro molto spesso e sarà meglio che sappiate dove vi trovate!

Sarete in compagnia di Kate (4 anni all’inizio della storia), Michael (2 anni) e Emma (ancora in fasce)  orfani ma solo in attesa del ritorno dei loro genitori la mamma, infatti, ha promesso a Kate che un giorno saranno di nuovo tutti insieme ma nel frattempo lei che è la maggiore dovrà badare al fratellino e alla sorellina e lo farà, eccome se lo farà! Rinunciando alla sua infanzia, con i ricordi che diventano di anno in anno più sbiaditi, sfregando il medaglione lasciato dalla mamma che, insieme al grande libro sulla storia dei nani, è ciò che di più reale resta di tutta la loro famiglia nemmeno il cognome è più quello originario, sostituito da una semplice “P.” tanti incontri lungo il percorso tra un orfanotrofio e l’altro ma, in fondo, solo dieci anni passati in una costante attesa del ritorno di mamma e papà e con in fondo al cuore, nascosto e negato, il timore di un non ritorno, fino a quando arrivano a Cambridge Falls, luogo tetro e spettrale che così non era in un passato neanche tanto lontano e che forse non lo sarà più dopo l’arrivo dei tre piccoli P.!

Con Abraham si capisce che anche una menomazione fisica forse è scritta nel destino o forse no! in ogni caso ognuno ha un suo posto e un suo perché poi c’è la signora Sallow, governante di un alquanto insolito orfanotrofio, che imputa vizi e presunti atteggiamenti altezzosi ai Borboni di Francia (che le avranno mai fatto di male?) e quindi usa questi riferimenti per chi, secondo lei, si comporta in tal modo; Un misterioso direttore; Gabriel, il gigante buono; La Contessa eternamente giovane; Nonna Peet vecchia saggia; Un ridicolo re dei nani e un capitano coraggioso dalla barba rossa e tanti altri personaggi tutti protagonisti insieme allo spazio e al tempo che non rispettano le regole conosciute.

Scritto da Sakura Tear.

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