Come tutelarsi dalle banche

cofi.netSe dico banche, cosa vi viene in mente? Calma…calma e niente parolacce o imprecazioni, mi raccomando (so che è dura resistere)! Io, semplicemente, sospiro, in fondo che c’è da dire? Le banche ti danno l’ombrello quando c’è il sole e te lo tolgono quando piove! A chi non è capitato di pensare che fossero dei ladri? Spesso (troppo spesso), questi pensieri e le sensazioni poco piacevoli che più o meno consciamente si provano nel relazionarsi con le banche, restano solo macchie non definite, appunto solo percezioni, non ci si ferma (travolti dalla quotidianità) ad analizzare, non si prova a capire se questo malessere sia fondato o meno. Io dico che lo è! Parliamone, vale per tutti (o quasi…) coloro che operano con le banche perché i cc (conto corrente) sono pieni di errori (li chiamerò errori…) che vanno a gravare sui costi di gestione degli stessi. Che ne dite di far analizzare il vostro cc? Rimarrete spiacevolmente sorpresi di scoprire quanti costi non dovuti sono stati pagati…la sorpresa diventa piacevole nel momento in cui vi vedrete restituire i soldi illegittimamente addebitati. Esistono aziende specializzate nell’analisi dei conti, io ne ho conosciuta una e di questa scrivo ma quest’articolo non è uno spot pubblicitario quindi cercate, se volete, altre aziende che diano gli stessi servizi; lo scopo di quest’articolo è solo quello di informare in modo che ognuno possa fare le proprie valutazioni sapendo come stanno le cose.

In particolare mi rivolgo alle PMI (piccole e medie imprese) perché lavorano quotidianamente con le banche e hanno dei volumi che giustificano i costi iniziali di una proiezione per valutare se e come affrontare il recupero delle somme di cui le banche si sono indebitamente appropriate; inoltre le PMI sono quelle che reggono l’economia: di questo tipo di affermazioni si riempiono la bocca in molti, pochi quelli che si impegnano affinché queste imprese possano continuare a rendere solido il tessuto economico italiano. PMI, io Vi penso e sono a consigliarVi di visitare il sito www.cofisrl.net. La Cofi si presenta come azienda “nata per risolvere le problematiche con le banche”, da scettica e malfidata quale sono, non c’ho creduto finché non l’ho potuto verificare! Insomma non dico che domani vi verranno rimborsati migliaia di euro ma invito almeno ad approfondire l’argomento e a valutare. D’altra parte anatocismo, swap, CMS, interessi sono termini che spesso si sentono ma la maggior parte delle volte non si sa cosa indichino esattamente e come influiscano sui costi di conti corrente. Di tutti questi aspetti ne porto in evidenza uno che può essere compreso da tutti: il tasso d’interesse.

Il tasso di interesse deve, per legge (quelle poche buone che abbiamo o non le conosciamo o non riusciamo a farle applicare… ma questo è un altro discorso), essere al di sotto di certi valori per evitare che si rientri in quello che viene definito “tasso usuraio” (l’usura è un reato); nel calcolo del tasso di interesse devono essere inclusi diversi costi e non solo la percentuale pura del tasso…mi spiego…la CMS (commissione di massimo scoperto) che come dicono le Banche non è stata tolta ma modificata e loro si sono adeguate subito rispettando la legge, è uno di quei costi che veniva addebitato non tenendone conto nel tasso di interesse applicato; quindi veniva applicato il tasso massimo previsto per legge e inoltre la CMS il che vuol dire che si arrivava ad un tasso usuraio!

Vi riporto in breve la realtà di una piccola azienda modenese in cui molti potranno identificarsi; premetto solo che non specifico la banca a fronte di un accordo di riservatezza (non riesco ancora a essere tanto scorretta da violare un accordo del genere e “la protezione dell’anonimato del web” non mi impedisce di avere una coscienza, lo rispetto nella realtà, lo rispetto nel web) …ma tanto che cambia? sono tutte uguali, l’una vale l’altra.

L’impresa ha un fatturato annuo medio di € 1.000.000,00

Intrattiene rapporti con 4 banche attraverso cc, conto anticipi, fidi.

Decide a luglio 2009 di far analizzare i rapporti con una delle banche, tanto per valutare (riservandosi di decidere successivamente se sia il caso di farlo anche per le altre)

Conferisce incarico a Cofi fornendo la documentazione relativa a 10 anni di rapporti (purtroppo la documentazione di ulteriori 15 anni non è più disponibile) e pagando il servizio Cofi fornisce una proiezione dalla quale emerge che per anatocismo e interessi non dovuti, all’azienda spetta un rimborso di circa € 45.000,00.

L’azienda decide di far presente alla banca la situazione ma la banca, ovviamente, neanche la prende in considerazione.

Dato che l’azienda ha necessità di continuare a lavorare con questa banca è un po’ titubante sul da farsi (a volte si è un po’ timorosi, d’altronde spesso sembra una colpa far valere i propri diritti)

A febbraio 2010 l’azienda decide di fornire a Cofi ulteriore documentazione e ottenere così una perizia (che è un’ulteriore analisi rispetto alla proiezione) che quantifica in circa € 43.000,00 gli importi ingiustamente corrisposti alla banca.

Si arriva a luglio 2010 e si decide di procedere dando mandato al legale e pensando che intanto sono altre spese da sostenere anche se effettivamente non eccessive

La Banca risponde genericamente alla comunicazione del legale e non fornisce nemmeno la documentazione richiesta (il contratto originale) ma solo uno stralcio recente

A questo punto nuova pausa di riflessione e successiva decisione di procedere citando in giudizio

Si arriva a febbraio 2011 con citazione in giudizio per maggio; la Banca contatta l’azienda chiedendo un incontro

L’incontro vede la Banca paventare la chiusura dei fidi e dei conti esposti invitando l’azienda stessa a chiederne la chiusura per evitare problemi sostenendo che è l’azienda che ha dimostrato di non aver più fiducia nella Banca

L’azienda prende atto e farà sapere; contatta il legale che a sua volta contatta la Banca e senza mezzi termini invita la Banca a un comportamento corretto

Dopo 3 giorni arriva la proposta della Banca: € 40.000,00 + € 3.000,00 per spese legali

L’azienda accetta la proposta

Dopo meno 2 settimane l’azienda riscontra l’accredito dell’importo sul proprio cc, provvede al saldo di quanto dovuto al legale e a Cofi (a cui spettano una percentuale che varia per scaglioni di importi stornati)

L’azienda continua a lavorare con questa Banca e nel frattempo procede nei confronti delle altre con le quali intrattiene rapporti.

Tutto è bene quel che finisce bene? Non credo…ma piuttosto che niente meglio piuttosto! Si, perché credo che alla fine bisogna accontentarsi (chi si accontenta gode) e guardare al risultato ma credo anche che se la meta è importante altrettanto lo è il viaggio e in questo caso è stato sofferto e difficile; la cosa che più mi rammarica è che nonostante tutto, le Banche continuano a lavorare così, tanto ci sarà sempre chi non farà nulla (perché non è a conoscenza, non ne ha la possibilità, non se la sente di affrontare questo tipo di percorso ecc.) e soprattutto restano impunite e nessuno risponde di questo operato che è un vero e proprio “modus operandi” (si proprio come si dice dei serial killer) e non una pratica occasionale.

Articolo scritto da Sakura Tear.

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