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Tecniche di memorizzazione per l’università: funzionano davvero

Tempo di esami per gli studenti universitari italiani. E con gli esami è immancabile l’ansia da esame.

Ma da cosa scaturisce davvero questa ansia? Uno dei motivi principali è per la paura di fare brutta figura ad un esame che spesso è determinata dal non ricordarsi le cose studiate.

Ecco che si sente sempre più spesso parlare di tecniche di memorizzazione per studenti universitari. In questo articolo cerchiamo di capire se funzionano davvero.

Il metodo leggi e ripeti non ti permette di memorizzare i libri

Questa affermazione forse ti scioccherà: “ma come, tutti dicono di ripetere e voi mi venite a dire che non funziona?”.

È vero è un’affermazione forte e vogliamo dirti che è vero al 35%.

Il nostro cervello memorizza grazie a più variabili, fra le quali fa frequenza di ripetizione. Si tratta probabilmente della variabile più usata dagli studenti, ma anche di quella meno impattante.

Nessuno ci ha mai spiegato che ci sono componenti creative ed emozionali che permettono alle informazioni di fissarsi in memoria.

Basta pensare a questo semplice esempio: ricordi il tuo primo bacio? E la tua prima vacanza all’estero? Ricordi qualcosa della tua materia preferita?

In tutti questi casi non c’era la variabile della “frequenza di ripetizione” ma il cervello ricorda comunque le informazioni. Per memorizzarle e farle passare nella memoria a lungo termine si deve fare attenzione alla parte emozionale. Ad esempio la tecnica dei loci, chiamata anche palazzo della memoria, è una mnemotecnica che ti permetterà di ricordare tutto al tuo esame, i ragazzi di Studente Top hanno spiegato come usare il palazzo mentale in un loro articolo.

Tecniche di memorizzazione: come funzionano

A questo punto abbiamo capito che per ripetere e memorizzare un concetto è bene sfruttare altre variabili della memoria.

Le tecniche di memorizzazione servono proprio a questo.

Tutto parte dalla tecnica chiamata PAV – paradosso, azione, vivido – ovvero un modo per immaginare una parola o un concetto in modo concreto in memoria:

  • Paradosso: ovvero la creazione di un’immagine paradossale per colpire la parte emotiva
  • Azione: se l’immagine è in movimento è come se ne stessi facendo esperienza e questo rafforza i legami neuronali
  • Vivido: per renderlo più reale possibile bisognerà coinvolgere tutti i sensi. Immaginare come può essere al tatto, se emette suoni, se è colorato ecc.

Dalla PAV partono le tecniche come la catena di immagini o la tecnica dei loci. Quest’ultima aggiunge anche la variabile “spaziale” ovvero dei luoghi.

L’uomo fin dall’antichità ha avuto il dono di sapersi orientare. Soprattutto nel passato, quando non esistevano gli strumenti tecnologici come i GPS o le cartine stradali, le persone dovevano affinare il loro senso dell’orientamento e ricordarsi i vari luoghi e le posizioni geografiche.

La tecnica dei loci sfrutta questa capacità collocando immagini PAV in luoghi che conosciamo bene (in modo da farci una mappa in testa).

Questa è molto apprezzata dagli studenti universitari che riescono a ricordarsi tutto all’esame.

Quanto tempo ci vuole ad applicare le mnemotecniche e la tecnica dei loci?

Dipende un po’ da studente a studente. Sicuramente le tecniche di memorizzazioni sono semplici in sé, ma hanno bisogno di un avvicinamento graduale e un periodo di apprendimento.

Se devi memorizzare un esame, ti consiglio in primis di esercitarti con piccole liste di parole. Ripetile dopo alcuni giorni e ripassale in modo continuativo. Poi passa a capitoli o schemi interi e alla fine prova a memorizzare le informazioni di un libro.

Passare dal semplice “leggi e ripeti” all’applicazioni di tecniche di memoria come il palazzo mentale, ti porteranno a migliorare drasticamente:

  • Il tempo di studio
  • La sicurezza di sé durante l’esame
  • La media
  • Il voto di laurea

Provare per credere!

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